Miti
e leggende accompagnano la storia dell’isola d’Ischia. I greci, poi i romani e ancora re e regine rimasero colpiti dal fascino dell’isola verde vivendola nei secoli e donandole pagine incredibili di storie. Sin dal 3500 a.C. ci sono testimonianze di popolazioni che abitarono l’isola.
L’archeologo Buchner, nel 1940, scoprì un gruppo di tombe ai piedi del Monte Vico che facevano parte di una necropoli contenente un migliaio di sepolture risalenti al VIII e VII secolo. Calcidesi, Eritresi e i fenici furono i primi a occupare l’isola. I Calcidesi, in primo momento, abitarono la parte occidentale dell’isola successivamente ci fu un nuovo insediamento verso Ischia Ponte dal nome di Aenaria. Siamo nel I secolo e le notizie sono scarse, probabilmente perché a causa di un bradisismo la città fu distrutta e sommersa.
Recentemente, però, grazie alla soprintendenza per i beni archeologici di Napoli, un gruppo di sub e di archeologi sta riportando alla luce quella città ormai sommersa, scrivendo così una nuova pagina di storia.
Nel v secolo Ischia subì l’occupazione dei cumani che, dopo aver sconfitto gli etruschi, con l’appoggio dei Siracusani, cedettero Ischia a Gerone il tiranno di Siracusa. sull’isola nacque così una colonia siciliana e fu costruito il Castello Aragonese, considerato il primo nucleo di difesa.
Verso l’ 82°a.C. Ischia passò dal controllo di Napoli a quello di Roma, ma presto, per un capriccio di Giulia, fu barattata con l’isola di Capri. Da allora Ischia subì la storia politica di Napoli, ma subì numerose e violente incursioni germaniche per poi essere invasa dagli angioini e degli aragonesi. Molti ischitani persero la vita.
Successivamente, Alfonso d’Aragona, rimasto affascinato dall’isola, volle donare il castello a Lucrezia D’Alagno come pegno d’amore. Ferdinando il Cattolico, come premio di guerra, donò l’intera isola a Costanza D’Avalos per averla difesa con forza contro i francesi. Seguì un periodo di tranquillità durante il quale Ferrante d’Avalos, marchese di Pescara, celebrò le sue nozze con la poetessa Vittoria Colonna.
Ben presto però la pace fu interrotta, i nemici da cui difendersi erano ora i pirati. Sull’isola vennero erette diverse torri, 16 solo a Forio chiamata da allora la città turrita. Era da queste torri che venivano avvistate le navi dei pirati; il suono delle campane annunciava il loro avvicinamento e consentiva agli isolani di mettersi al sicuro, chi sul castello, chi nei campanili delle Chiese, chi ancora sull’Epomeo.
Successivamente giunsero a Ischia i Borboni; Ferdinando II elesse l’isola a sua dimora estiva e fece costruire il Palazzo Reale trasformando l’antico lago nel porto d’Ischia.
Ischia ha la sua pagina di storia anche durante le guerre d’indipendenza, quando uomini illustri come Silvio Spaventa o Carlo Poerio furono imprigionati nel Castello.
Segni tangibili delle varie dominazioni sono ancora presenti nei sei comuni dell’isola, dalla città – museo sommersa di Aenaria al Castello, fino a passare per il Porto che un tempo era un lago. Il 26 di agosto poi, i personaggi più illustri della storia sfilano per le strade del comune di Ischia durante la celebre sfilata di Sant’Alessandro, un tuffo nella storia più antica della vostra isola.
La Storia di Ischia – Dal Quattrocento ai nostri giorni
Nel 1422 Giovanna II donò Ischia al figlio adottivo Alfonso d’Aragona, che nel 1438 legò il proprio nome ad un atto tanto inconsueto quanto sconvolgente: cacciò infatti tutti gli abitanti di sesso maschile dall’isola e vi introdusse una colonia di Catalani, che vennero maritati in tutta fretta alle mogli e alle figlie degli espulsi. Nel 1442 lo stesso Alfonso donò il maniero ischitano alla sua favorita, Lucrezia d’Alagno, da cui passò quindi ai Torella, cacciati da Ischia da Ferdinando I. Ferdinando II, rifugiatosi sull’isola dopo la venuta di Carlo VIII, nel 1495, ne uccise di sua mano il castellano e vi impose il dominio di Innico d’Avalos, la cui famiglia continuò a governare su tutta la zona fino al Settecento. Nel 1729, estintasi la dinastia dei D’Avalos, l’isola di costituì in Università e fu affidata conseguentemente al Demanio; per breve però, perchè nel 1734 sarebbe passata ai Borbone. Nel 1799 l’ammiraglio Nelson spense i tumulti scoppiati in tutta Ischia, che rivendicava la propria libertà. Ma il 13 febbraio 1809 l’isola fu occupata dai Francesi, che il 24 giugno vinsero anche l’ultima resistenza degli Inglesi asserragliati nel Castello: una data, questa, che si sarebbe rivelata particolarmente funesta perchè seguita dalle terribili devastazioni delle truppe di Murat, che lasciarono un segno profondo sulla vita, l’arte e la storia di Ischia: una parte delle fortificazioni, la bella Cattedrale e altre costruzioni che allora affollavano l’isolotto furono quasi del tutto rase al suolo. Nel anni seguenti, non ci sono molti avvenimenti storici ad Ischia, fino al 1825, anno in cui, ci fu un gravissimo terremoto che rase al suolo Casamicciola, seguito poi dieci anni dopo da una epidemia di colera. Nel 1848, ci furono i moti risorgimentali e ad Ischia furono imprigionati nel Castello, i patrioti dell’unità d’Italia. Nello stesso periodo, il re Ferdinando II diede inizio al progetto di costruzione del porto di Ischia. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi, entra a Napoli forma il governo dittatoriale in nome di Vittorio Emanuele II. Nel 1862 Ischia è definitivamente aggregata alla provincia di Napoli, città del Regno d’Italia e l’anno seguente, anche il Re, il Principe Oddone di Savoia, sbarca ad Ischia per poter beneficiare delle acque termali isolane. Tra il 1881 ed il 1883 ci furono due terribili terremoti che rasero al suolo Casamicciola. All’inizio del 1900, ci fu una emigrazione molto grande di Ischitani verso gli Stati Uniti e l’Argentina. Nel periodo del Fascismo, Mussolini fece costruire alcuni strade principali sull’isola e durante le due guerre mondiali, anche Ischia pagò un pesante tributo in termini di vite umane. Il dopoguerra è caratterizzato dall’avvento del turismo ad Ischia. Sopratutto il boom iniziò negli anni ’50 ed il turismo divenne da allora la attività principale dell’isola.
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